Monschau
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la nostra meta tedesca
a 60 minuti in auto
E’ arrivato il momento di scegliere la nostra meta nel vicino territorio tedesco. Tra le nostre possibili mete vi è un villaggio molto antico nascosto in una zona sinuosa di una riserva naturale appartenente all’altopiano dell’Eifel. La sua storia ci calamita fortemente, riusciamo ad immaginare l’atmosfera tipica della cultura medievale germanica congelata tra le mura di quella cittadina. Monschau: il suo nome ci suona nuovo, anche se nuovo non è un termine appropriato a questo luogo che fa la sua comparsa ufficiale ben 1000 anni fa come castello di Montjoie prendendone il nome, per poi divenire lo scorso secolo la città di Monschau. Alcune fotografie ci incantano, la città discendente del castello di Montjoie conserva ancora le sue rovine dalla quale altura è possibile godere di un favoloso panorama sui tetti delle strette vie cittadine. Sopravvissuto nei secoli alle battaglie che lo hanno attraversato, è riuscito negli ultimi 300 anni di vita a mantenere il suo aspetto invariato, pur divenendo centro turistico per visitatori che giungono da tutto il mondo. In realtà è un piccolo luogo poco conosciuto persino in alcune zone della Germania, ma chi incrocia una sua cartolina o ascolta il racconto di chi lo ha visitato, non può non scegliere di farci un salto quando vi si trova nei paraggi. Ed ecco che quel piccolo luogo si affolla di curiosi e sa bene affrontare la sfida, con attrattive ad ogni angolo, dagli artisti di strada, le cui movenze e fattezze ricordano vagamente i mitologici elfi raffigurati nei libri di fiabe, ai venditori ambulanti che sembrano saltati fuori da una macchina del tempo, alle antiche giostre in legno colorato, quelle che ogni bimbo nato qualche decennio fa ha sognato nella sua infanzia, tanti fiori e colorati animali di latta abbelliscono le vetrine dei locali.
Avete capito, eccoci anche noi arrivati a Monschau, curiosi più che mai.
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Monschau si mostra subito ai nostri occhi come un agglomerato di antiche case a graticcio che si arrampicano disordinate tra le strette mura lussureggianti della sua vallata. E’ uno spettacolo che abbaglia. Le automobili vengono lasciate all’ingresso, dove un primo grande edificio accoglie i visitatori in un tour irresistibile tra manufatti artigianali in vetro, pietre naturali e tessuti. La città è infatti conosciuta per la lavorazione tessile e per i manufatti in vetro, simili ai nostri di Murano. Un palco con un forno ed arnesi diviene spettacolo per i visitatori che possono assistere alla lavorazione del vetro soffiato e provare loro stessi a creare un pezzo d’arte con l’assistenza dei maestri artigiani. Usciti dall’edificio abbiamo fretta di vedere ciò che ci aspetta dietro l’angolo di quella prima stradina. Le prime casette incantevoli, tanti colori, piacevoli suoni e il fiume Run, che attraversa la città tra case che si affacciano spioventi sul suo corso d’acqua, crea quel tocco magico che la rende irresistibile. Alcuni ponti a sottilineare la sua presenza. Conosciamo alcuni abitanti del luogo che conoscono bene la storia edilizia della città. Gran parte degli edifici sono costruiti in legno ma su delle basi di pietra per impedirne la marcescenza. Queste casette, adattate alla zona nevosa e rimaste erette nei secoli, presentano deliziose piccole finestre e porte, alcune quasi sotterrate dall’asfalto ricoperto da ciottoli; soffitti bassi per riscaldare meglio l’interno degli ambienti; miscele di paglia, sabbia e argilla ricoprono intrecci di legni leggeri, ad assicurare l’isolamento termico delle mura tenute in piedi da una struttura visibile di travi di legno. Affascinante sapere che case più antiche svelano il numero dei componenti della prima famiglia abitante attraverso il numero di travi disposte a rombo. Antiche iscrizioni incise sui legni che riportano proverbi popolari o versi della Bibbia. Queste case a graticcio, tipiche dei paesi dell’Europa centrale, sono oggi imitate in molte costruzioni che ne rievocano lo stile antico.
Ruba la scena un clown che fa alcuni scherzi ai passanti. La nostra passeggiata ci porta nella piazza più grande dove è presente la casa permanente del Natale ed altri tra gli edifici più belli. Abbiamo ormai la conferma che siamo giunti a Monschau in uno dei tipici momenti di festa. Un pirata mangiafuoco, un mago panciuto in abiti antichi e una lunga barba bianca fa il suo spettacolo su un piccolo palco. Due violisti ad angolo che saltellano a ritmo della loro serenata. Rivediamo il pagliaccio scorazzare per le vie a bordo di una automobilina giocattolo. E’ ora di fare una breve sosta per gustare i buonissimi dolci del luogo, conosciuto anche per la sua sublime arte del cioccolato. Ci tratteniamo abbastanza da non capire l’arrivo dell’ora X. Uscendo dal locale ci troviamo in una città deserta! Dove sono finiti tutti? Ridiamo nel pensare che come nelle migliori fiabe, tutti i personaggi si fossero rintanati nelle loro confortevoli casette allo scoccare del grande orologio della città, quello che preannuncia l’arrivo di stregoni rubabambini. Ed una intera folla di visitatori è sparita con loro? Ok, non ci resta che tornare a casa anche noi ma di certo torneremo in compagnia. Arrivederci Monschau.


















